Origine e decorso del disturbo
Il disturbo da deficit di attenzione con iperattività è causato da anomalie del funzionamento del sistema nervoso centrale e in particolare nei circuiti neuronali che si occupano della capacità di autoregolazione e controllo del comportamento. Si è riscontrato nei soggetti affetti da ADHD un volume inferiore del cervello e del cervelletto e deficit nella corteccia prefrontale destra e in altre aree (come, ad esempio, il nucleo caudato e il globo pallido). In particolare le aree deputate al controllo dell'attenzione sono meno funzionanti e per questo motivo il bambino ha dei problemi a concentrarsi in modo continuativo e duraturo.
Le prime indicazioni sull'origine genetica dell'ADHD sono venute da ricerche condotte sulle famiglie dei bambini affetti dal disturbo. Si è riscontrato che i fratelli o i figli di soggetti con ADHD hanno una probabilità maggiore di sviluppare la sindrome. Si è quindi evidenziata una predisposizione ereditaria.
Il disturbo è maggiormente rappresentato nel sesso maschile secondo un rapporto che va da 1:3 maschi ogni femmina e con una prevalenza del 4% sulla popolazione. Nei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività può esservi una maggiore prevalenza di disturbi dell'umore e d'ansia, di disturbi dell'apprendimento, di tics e disturbi del sonno. In particolare, l'ADHD si presenta spesso associato ai disturbi della condotta e al disturbo oppositivo provocatorio. I disturbi della condotta si evidenziano attraverso atteggiamenti di aggressività, furti, vandalismi e problemi di disciplina scolastica; i disturbi oppositivi provocatori si manifestano con il rifiuto delle regole e dell'autorità, con comportamenti sfidanti, disobbedienti, ostili, vendicativi, con atteggiamenti di suscettibilità e fastidio nei confronti degli altri, con manifestazioni colleriche e aggressive.
Generalmente il deficit di attenzione con iperattività si attenua durante la tarda adolescenza, sebbene persista in una minoranza di soggetti durante l'età adulta.
I soggetti con tale deficit hanno solitamente difficoltà relazionali a causa della loro impulsività, sono piuttosto aggressivi con i compagni, hanno problemi nell'instaurare buoni rapporti con gli altri e per questi motivi sono spesso isolati e allontanati dal gruppo dei pari.
I ragazzi con ADHD sono a rischio, soprattutto a causa della loro bassa autostima e dell'incapacità di controllare il loro comportamento, di sviluppare, durante l'adolescenza e l'età adulta, comportamenti devianti, di fare un uso smodato di alcool e sostanze stupefacenti, di incorrere in fallimenti scolastici e lavorativi. L'ADHD, infatti, è considerato un disturbo predittivo dello sviluppo di problematiche psicosociali nell'età adulta.
Nelle sue forme gravi, il disturbo può arrivare a pregiudicare l'inserimento scolastico e lavorativo del soggetto ed a incidere in modo negativo sulle sue relazioni personali e affettive.
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ADHD: - Introduzione - Cos'è e come riconoscerlo - La Diagnosi - La Riabilitazione
- Cosa fare a casa e in famiglia
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